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Articoli di approfondimento sul tema endometriosi

11 cose che solo chi soffre di endometriosi può capire.

11 cose che solo chi soffre di Endometriosi può capire. L’endometriosi è una condizione che colpisce milioni di donne in tutto il mondo, ma solo chi la vive ogni giorno può davvero comprendere le sfide e le esperienze uniche associate a questa malattia debilitante. Ecco 11 cose che solo chi soffre di endometriosi può davvero capire: Il Dolore Costante: Il dolore dell’endometriosi non è solo un fastidio occasionale, ma un dolore cronico che può essere debilitante e difficile da gestire, influenzando ogni aspetto della vita quotidiana. La Fatica Invisibile: Anche quando sembri bene all’esterno, l’endometriosi può causare una stanchezza estrema che non si risolve facilmente con il riposo, rendendo anche le attività quotidiane semplici una sfida. La Frustrazione dei Trattamenti: Provare numerosi trattamenti, farmaci e terapie alternative nella speranza di trovare sollievo, solo per scoprire che nessuno sembra funzionare davvero a lungo termine. La Paura delle Complicazioni: Ogni ciclo mestruale può portare con sé la paura delle complicazioni come l’aumento del dolore, il rischio di infertilità o il peggioramento dei sintomi. La Lotta per Essere Compresa: Spiegare agli altri la gravità della tua condizione e il modo in cui influisce sulla tua vita può essere estenuante, specialmente quando l’endometriosi è spesso fraintesa o minimizzata. Il Senso di Isolamento: Anche se ci sono milioni di donne con endometriosi in tutto il mondo, può essere difficile trovare qualcuno con cui condividere le tue esperienze e i tuoi sentimenti senza giudizio. La Preoccupazione per il Futuro: L’endometriosi può influenzare non solo la tua vita presente, ma anche i tuoi piani futuri, inclusa la tua capacità di avere figli e il tuo benessere a lungo termine. La Costante Ricerca di Sollievo: Sperimentare con diete, esercizi, terapie alternative e altri rimedi nella speranza di trovare un po’ di sollievo, anche se temporaneo, dal dolore e dai sintomi. La Gestione della Salute Mentale: L’endometriosi non colpisce solo il corpo, ma anche la mente, portando a stress, ansia, depressione e altri problemi di salute mentale che richiedono attenzione e cura. La Forza Interiore: Nonostante le sfide quotidiane, coloro che vivono con l’endometriosi dimostrano una forza e una determinazione incredibili nel continuare a lottare e ad adattarsi nonostante tutto. La Speranza per un Futuro Migliore: Nonostante tutto, chi soffre di endometriosi continua a sperare e a cercare nuove opzioni di trattamento, nuove scoperte mediche e un giorno una cura definitiva per questa malattia debilitante. In conclusione, l’endometriosi è molto più di una semplice condizione medica. È una battaglia quotidiana contro il dolore, la stanchezza e l’incertezza, ma anche una testimonianza della forza e della resilienza umana.

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Endometriosi e gravidanza: quello che c’è da sapere.

Endometriosi e gravidanza: quello che c’è da sapere. L’endometriosi è una condizione che colpisce milioni di donne in tutto il mondo. Caratterizzata dalla crescita anomala del tessuto endometriale al di fuori dell’utero, questa patologia può causare una serie di sintomi dolorosi e complicazioni nella vita quotidiana. Tuttavia, per le donne che desiderano concepire, l’endometriosi può anche presentare sfide uniche durante la gravidanza. Vediamo quindi come affrontare questa sfida e quali sono le considerazioni importanti da tenere presente. Comprendere l’Endometriosi Prima di esaminare come l’endometriosi influenzi la gravidanza, è importante comprendere cosa sia esattamente questa condizione. Normalmente, il tessuto endometriale cresce all’interno dell’utero e viene espulso durante il ciclo mestruale. Tuttavia, nelle persone con endometriosi, questo tessuto si sviluppa anche al di fuori dell’utero, sulle ovaie, le tube di Falloppio, la vescica e altri organi pelvici. Questo tessuto può causare infiammazione, dolore e formazione di aderenze, che possono influenzare la fertilità e complicare la gravidanza. Fertilità e Endometriosi Una delle principali preoccupazioni per le donne con endometriosi è la fertilità. La presenza di tessuto endometriale al di fuori dell’utero può interferire con la capacità di concepire. Tuttavia, ciò non significa che sia impossibile rimanere incinta con l’endometriosi. Molte donne con questa condizione concepiscono con successo e portano a termine una gravidanza sana. Tuttavia, è importante notare che l’endometriosi può aumentare il rischio di alcune complicazioni durante la gravidanza, tra cui: Aborto spontaneo: Le donne con endometriosi possono avere un rischio leggermente più elevato di aborto spontaneo rispetto a quelle senza la condizione. Gravidanza ectopica: Questo si verifica quando l’embrione si impianta al di fuori dell’utero, di solito nelle tube di Falloppio. Le donne con endometriosi hanno un rischio leggermente aumentato di gravidanza ectopica. Parto prematuro: Alcune ricerche suggeriscono che le donne con endometriosi abbiano un rischio leggermente più elevato di parto prematuro rispetto a quelle senza la condizione. Bassi pesi alla nascita: I neonati nati da madri con endometriosi possono avere un peso alla nascita leggermente più basso rispetto a quelli nati da madri senza la condizione.   Gestione della Gravidanza con Endometriosi Se sei una donna con endometriosi e desideri concepire, è importante lavorare a stretto contatto con il tuo medico per pianificare una gravidanza sicura e gestire eventuali complicazioni che possono sorgere. Ecco alcuni consigli utili: Consultare uno specialista: Se stai lottando per rimanere incinta, considera di consultare un ginecologo specializzato nella gestione dell’endometriosi e della fertilità. Possono consigliarti sulle migliori opzioni di trattamento e sui passi da seguire per aumentare le possibilità di concepire. Trattamento prima della gravidanza: Alcune donne possono beneficiare di interventi chirurgici o terapie mediche per trattare l’endometriosi prima di cercare di concepire. Parla con il tuo medico per valutare le opzioni disponibili e decidere il percorso migliore per te. Monitoraggio durante la gravidanza: Durante la gravidanza, potrebbe essere necessario un monitoraggio più stretto per rilevare eventuali complicazioni precoci. Assicurati di effettuare le visite prenatali regolarmente e di comunicare eventuali sintomi o preoccupazioni al tuo medico. Gestione del dolore: Se soffri di dolore legato all’endometriosi durante la gravidanza, parla con il tuo medico su quali opzioni di trattamento sono sicure da utilizzare durante la gestazione. Supporto emotivo: Affrontare l’endometriosi durante la gravidanza può essere emotivamente stressante. Cerca il sostegno di amici, familiari o gruppi di supporto per condividere le tue preoccupazioni e le tue esperienze con altre persone che capiscono. In conclusione, l’endometriosi può presentare sfide uniche durante la gravidanza, ma molte donne con questa condizione concepiscono con successo e portano a termine una gravidanza sana. Lavora a stretto contatto con il tuo medico per affrontare queste sfide e garantire una gravidanza sicura e soddisfacente.

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Endometriosi: la malattia

Cos’è l’endometriosi? L’endometriosi è una malattia molto diffusa tra la popolazione femminile.  Si stima che l’endometriosi colpisca tra il 10% e il 15% delle donne in età fertile. Più di 300 milioni di donne nel mondo. L’endometriosi è molto invalidante. Il costo sociale è stimato in circa 20 miliardi di euro nell’UE. L’endometriosi è caratterizzata dalla proliferazione del tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina. In circa il 75% dei casi le pazienti riferiscono dolore, mentre il 25% dei casi è asintomatico. Inoltre, è una delle principali cause di infertilità femminile. A marzo si celebra la Giornata mondiale dell’endometriosi, una malattia in cui spesso la diagnosi arriva tardi, tra i 5 e i 10 anni dopo i primi sintomi, ma molte donne non ricevono mai una diagnosi chiara. I principali trattamenti utilizzati contro l’endometriosi sono i seguenti: – Terapie antinfiammatorie/antidolorifiche– Terapie ormonali– Terapie chirurgiche   Nessuna delle terapie sopra elencate è efficace e/o risolutiva.  Sono terapie che riducono il dolore, senza eliminare la malattia e risolvere il problema dell’infertilità. In caso di intervento chirurgico, il costo annuo per paziente può superare i 10.000 euro. Inoltre, oltre il 55% delle donne sviluppa aderenze dopo un intervento chirurgico pelvico, che a loro volta possono causare infertilità, dolore pelvico addominale/cronico e rendere difficile un nuovo intervento.

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Endometriosi: una malattia complessa tra infiammazione, dolore e qualità della vita.​

Endometriosi: una malattia complessa tra infiammazione, dolore e qualità della vita. A cura della Dott.ssa MONICA PEROTTI In collaborazione con L’Altra Medicina Magazine  Che cosa si intende per “endometriosi”? Nell’endometriosi il segno distintivo è la presenza, in sede ectopica, di tessuto simile a quello che riveste la cavità uterina (detto endometrio). Questa si accompagna a tessuto fibroso e ad una importante infiltrazione di cellule del sistema immunitario. Può generare lesioni ginecologiche locali ma può colpire più organi creando anche disturbi infiammatori sistemici e una sintomatologia dolorosa fortemente condizionante la qualità di vita della donna. Infatti, benché definita benigna, risulta difficilmente trattabile e complesso l’approccio diagnostico-terapeutico.   Quanto è diffusa questa subdola patologia? L’endometriosi è una malattia comune che colpisce circa il 10% della popolazione femminile raggiungendo il 20-40% nelle donne affette da infertilità e un picco del 70-80% in quelle con dolore pelvico cronico. Si può manifestare in qualsiasi momento dell’età fertile della donna fino alla menopausa. In letteratura però, sono segnalati casi sporadici occorsi prima del menarca (prima mestruazione), dopo la menopausa e persino nell’uomo, per quanto siano casi eccezionali.   Quali sono i sintomi più importanti? Vi è una vasta gamma di presentazioni ma i sintomi più frequenti sono: DISMENORREA (dolore durante la mestruazione), DOLORE PELVICO CRONICO, DISPAREUNIA PROFONDA (dolore durante i rapporti), DISCHEZIA ed EMATOCHEZIA (dolore e perdita di sangue dal retto) e talvolta DISURIA ed EMATURIA (analoghi sintomi a livello vescicale). Talvolta il riscontro di lesioni endometriosiche è occasionale, in donne pauci o asintomatiche che si sottopongono ad accertamenti per infertilità. Le localizzazioni endometriosiche più frequenti sono le ovaie, dove formano cisti chiamate endometriomi o cisti cioccolato (per il loro caratteristico colore), tube o altre localizzazioni pelvico-peritoneali come i legamenti uterini, il setto retto-vaginale, la vescica e il retto. Quando il tessuto endometriale si sviluppa nella parete dell’utero, si parla di “ADENOMIOSI“. Molto rare sono le ectopie extra-pelviche o addirittura extra-addominali (es. polmone e rene). Poiché questi foci ectopici rilasciano sangue “simil mestruale” diventano causa di infiammazione cronica, inizialmente locale ma che nel tempo può coinvolgere l’intero organismo, causando segni e sintomi generalizzati. La disregolazione immunitaria e infiammazione generalizzata (low grade inflammation, LGI) predispone queste pazienti a sviluppare patologie oncologiche, cardiovascolari e altre malattie autoimmuni di cui faremo cenno oltre. È acclarato che l’endometriosi si accompagni a sintomi intestinali come ampiamente dimostrato in letteratura. Le donne che soffrono di endometriosi hanno un rischio 2-3 volte maggiore di sviluppare la Sindrome da Colon Irritabile (IBS) e questo rende ancora più complicato il percorso diagnostico poiché la sintomatologia algica viene spesso confusa con quella di provenienza intestinale. Il segno distintivo della patologia è proprio il DOLORE originariamente localizzato a livello della pelvi che, con il tempo si slega dalla ciclicità mestruale fino a diventare cronico e generalizzato. Il ritardo nella diagnosi può avere conseguenze devastanti per la salute e il benessere delle persone colpite, poiché i danni non si limitano solo all’area pelvica ma gli effetti dell’infiammazione possono raggiungere, nel tempo, persino il cervello portando a sintomi come stanchezza/depressione, difficoltà di concentrazione, attenzione e compromissione della memoria (SINDROME DA SENSIBILIZZAZIONE CENTRALE), tutti sintomi strettamente connessi con la presenza di una neuroinfiammazione. Agli inizi il dolore è nocicettivo, cioè un segnale periferico che indica “danno” ma poi si trasforma in NEUROPATICO indipendente dalla presenza di stimolazioni periferiche. Questo processo di shift è conseguenza della nostra grande capacità adattativa, anche del tessuto nervoso definita «NEUROPLASTICITÀ o NOCIPLASTICITÀ».  La persistenza del dolore è responsabile: di una riduzione della soglia centrale del dolore, della formazione di vere e proprie autostrade del dolore (con vie polisinaptiche a bassa resistenza), reclutamento via via maggiori di aree associative tra cui il lobo limbico (che spiega la risposta emotiva di ansia-depressione) e iperattività del sistema adrenergico che esaspera le modificazioni neurovegetative con reazioni d’ansia (PSICOPLASTICITÀ) e atteggiamento muscolare e posturale di “difesa” con ipertono. L’aumento della connettività tra le aree coinvolte nella percezione-elaborazione del dolore avviene in maniera proporzionale alla quantità di tempo in cui il sintomo è presente e risente fortemente del ritardo nella diagnosi. La persistenza della sintomatologia finisce per generare un circolo vizioso creando un comportamento di malattia (ILLNESS BEHAVIOR) che deteriora la qualità della vita delle pazienti. Meccanismo analogo viene invocato anche in altre sindromi dolorose fra cui: Fibromialgia, Sindrome da Stanchezza Cronica, MCS, IBS, emicrania, sindrome dolorosa mio facciale, sindrome delle gambe in movimento, dismenorrea primaria, sindrome uretrale femminile/cistite interstiziale, ecc. Nelle sindromi dolorose regionali si somma anche un coinvolgimento algico di organi vicini con un meccanismo definito di “CROSS-TALK” cioè, dialogo neurochimico incrociato che contribuisce a spiegare la perdita progressiva della localizzazione d’organo e quindi anche del dolore. Attraverso studi di neuroimaging funzionale (fMRI) è stato dimostrato che pazienti con dolore pelvico cronico manifestano, nelle regioni che elaborano la percezione algica ed il vissuto emotivo, alterazioni nella risposta cerebrale con netta analogia con quelle riscontrate nelle pazienti fibromialgiche.   Quali sono  le lesioni tipiche dell’endometriosi? Secondo la localizzazione e la fisiopatologia delle lesioni endometriali si classificano in: lesioni peritoneali superficiali (SPE), lesioni a infiltrazione profonda (DIE) ed endometrioma ovarico (OMA). Quest’ultima è la forma più frequente e si riscontra nel 50% delle donne infertili. Quadro peculiare è l’adenomiosi che, poiché consiste nella presenza ghiandole endometriali e stroma nella muscolatura uterina, determinando anche modificazioni del ciclo mestruale, fra cui copiosi sanguinamenti mestruali che si aggiungono alla già citata sintomatologia algica. L’endometriosi a infiltrazione profonda (DIE) presenta un istotipo e comportamento diverso rispetto a quella ovarica e peritoneale. DIE, infatti ha una maggiore capacità di adattamento e tolleranza immunologica che le rende più resistenti anche in un microambiente ostile, come la vagina o l’intestino, generando un comportamento invasivo e una prognosi peggiore rispetto alle altre localizzazioni. Inoltre, in particolare le DIE del retto mostrano una maggiore espressione del recettore VEGF-A e VEGF 2 (fattori di crescita vascolare), da cui ne deriva una maggiore densità vascolare che le rende più suscettibili al sanguinamento, alla crescita e complica l’approccio chirurgico di resezione.   Perché la diagnosi è così difficile e spesso tardiva? La

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